Gli orrori quotidiani incidono in profondita’: intervista ad Andrea Castaldi

Chiacchierata giallo-noir con Andrea Castaldi!

Finché morte non ci separi di Andrea Castaldi a BorgosesiaBuendia amici!

Domani, venerdì 7 dicembre, alle ore 21, Finché morte non ci separi di Andrea Castaldi debutta ufficialmente alla Libreria Nuova Idea di Borgosesia… e questa mattina vogliamo darvi un assaggio dello stile e della scrittura del suo autore: ecco a voi l’intervista in domande!

 

Pronti a immergervi nel mondo oscuro dell’ispettore Scarlatti? Si parte!

  • Ciao Andrea, raccontaci chi sei in tre parole!
    Detto in tre parole potrei facilmente rispondere: non lo so. Con il passare del tempo mi sono concentrato su cosa fare. Faccio l’insegnante di sostegno, suono il violoncello da solo o in gruppo, scrivo storie e vivo con Alessia. In questo fare l’essere sfugge. In gioventù pensavo che la vita fosse un progressivo processo di definizione. Nel mio caso è successo un po’ il contrario e ora ho una certa difficoltà a raccontarmi. 
  • Nella vita sei musicista e insegnante di sostegno nella scuola secondaria: perché nella scrittura hai scelto proprio il genere giallo-noir e quanta libertà ti consente?
    Si tratta di un genere che conosco e apprezzo come lettore. È un genere letterario che, seppur declinato in mille modi diversi, si fonda su una struttura narrativa costante che è l’indagine, il graduale dispiegamento di un evento. All’interno di questo “lievito madre” ci si può muovere in ogni direzione sperimentando stili, tecniche e percorsi narrativi di tutti i tipi. 
  • Finché morte non ci separi, che raccoglie in un unico volume le prime due indagini dell’ispettore Scarlatti, arriva per la prima volta in formato cartaceo, in un’edizione rivista e aggiornata, dopo una prima esperienza di autopubblicazione in formato digitale: com’è stato ritornare sulle storie e sui personaggi dopo tanto tempo? Come e quanto siete cambiati tu e le tue opere?
    Rileggere e rimettere mano a cose scritte anni prima è sempre pericoloso. Se nel tempo c’è stata un’evoluzione stilistica, l’impatto con i primi romanzi può essere traumatico. Nel mio caso, l’impatto non è stato tale da preferire il rifiuto a una revisione, ed è stato gratificante trovare del buono fin dalle primissime pagine. Tuttavia si cambia, il prossimo libro vuole essere diverso dal primo, esprimersi meglio, sperimentare nuove forme di approccio al genere. Scarlatti resiste, ma, di volta in volta, deve cambiare abito. 
  • Il tuo protagonista si muove in luoghi ben descritti, particolareggiati e realistici, ma mai nominati con il loro nome geografico: qual è il motivo di questa scelta?
    Nel mantenere l’anonimato “geografico” c’è la volontà di descrivere ambienti immaginabili da tutti nei quali calarsi in compagnia dei personaggi. La città del romanzo deve diventare la propria città, così come il bosco o la baraggia. 
  • Nelle sue indagini, Scarlatti affronta orrori quotidiani, trova ombre e angoli bui negli ambienti più vicini, intimi e cari alle vittime: quali pensi che siano gli effetti su di lui e sui tuoi lettori? E in quali altri incubi si immergerà il tuo ispettore?Andrea Castaldi Finché morte non ci separi
    Posso rispondere per Scarlatti dicendo che gli effetti incidono in profondità, vanno a toccare la sua vita personale inevitabilmente esposta alla violenza, intaccano le relazioni e la sua idea di giustizia, di colpa. Lui si fa sempre, come noi tutti del resto, somma delle sue storie. Per i lettori, invece, non ho risposte se non la speranza che possano trovare in Scarlatti qualcosa di loro stessi.
    Il futuro di Scarlatti preserverà brutte sorprese: dopo aver superato in un modo o nell’altro due prove importanti, scoprirà presto che più tenta di fuggire dai propri fantasmi, più questi verranno a cercarlo avidi come non mai. Un sorriso sinistro è pronto a farsi beffe di lui.

 

… e di quel sorriso sinistro sentiremo parlare ancora! 😉
Grazie ad Andrea Castaldi
per essere stato ospite del nostro blog
e grazie a tutti voi, buone letture!

Gli orrori quotidiani incidono in profondita’: intervista ad Andrea Castaldi