La farfalla gialla incontra Andrea Monticone!
Dopo una breve sosta estiva, il blog di Buendia spicca il volo e oggi la farfalla punzecchia lo scrittore e giornalista Andrea Monticone.
Mettete su un buon disco rock, riempite un bicchiere di rosso… e preparatevi a qualche scudisciata ben assestata!
Ready? Here we go!
- Ormai la domanda è d’obbligo: tre parole per dirci chi sei…
Ho una biografia molto semplice: giornalista, fanatico del calcio e di quasi tutti gli sport, della musica rock e blues, collezionista di vinili… Sono molto pigro, cinico e di pessimo carattere. Non amo i social network e tollero a malapena Twitter. Nel mio lavoro Facebook ha una sola utilità: trovare le foto dei morti per gli articoli di cronaca. Quindi, attenti alle foto che usate come profilo, potrebbero essere l’ultima immagine di voi… Sono più di tre, vero? - Sì, ma ti perdoniamo. Che cosa rappresenta per te la scrittura? Stavolta puoi essere meno ermetico!
Un lavoro. E una passione. Perché amo anche sperimentare stili e generi differenti. Un assist per morire è un esempio della passione: in una trama noir c’è l’amore per il calcio, per l’epica del campo di pallone, che sia l’Emirates Stadium o uno sterrato di periferia. Drew invece è musica dura, è il punk dei Clash. Non scrivo perché i miei amici, pochi, o parenti corrano in libreria a comprare il libro o affollino le presentazioni… Non mi interessano gli applausetti, la piccola gratificazione di firmare le copie dei miei libri. Mi interessa che la mia scrittura possa regalare qualche ora, o qualche minuto, di divertimento, di interesse, di curiosità, possa emozionare. Questo deve essere la scrittura per un autore. - Un assist per morire è alla sua seconda vita, Buendia ha deciso di ripubblicarlo, mentre Drew è un racconto inedito: che cosa ti auguri per loro?
Di arrivare il più possibile lontano, di emozionare chi li avrà tra le mani. Mi piacerebbe, fra qualche anno, ritrovare una copia logora, sporca, su qualche bancarella in posti impensati. - Quali sono gli ingredienti del noir/thriller “perfetto”?
Onestamente credo di non averli ancora trovati. Se così fosse, sarebbe una gran noia, che farebbe passare la voglia di scrivere, sperimentare, divertirsi in poche parole. So cosa mi piace leggere nei libri che scelgo e negli autori che prediligo e soprattutto so cosa non mi piace e qui ammetto di essere fin troppo rigoroso. Detesto sciatteria e superficialità nei romanzi. Di una cosa sono convinto: noir e thriller non si improvvisano, servono studio e conoscenza della materia. Ma vale per ogni cosa, in fondo, o no? - E cosa pensi dell’editoria indipendente (domanda del tutto disinteressata)?
È una risorsa in un Paese in cui si legge poco e si scrive troppo. E servirebbero politiche di sostegno alla vera editoria indipendente, non quella a pagamento, o mascherata dalle copie acquistate dagli autori. Ho scoperto che ci sono editori che addirittura pubblicano solo con il crowdfunding o che prima valutano quanti contatti sui social ha l’autore per decidere se ha un bacino d’utenza adeguato… Con tutto il rispetto, preferirei farmi stampare il romanzo da una tipografia e poi distribuirlo spargendo copie da un elicottero che non una cosa del genere.
Grazie ad Andrea Monticone per essere qui con noi!
E grazie a tutti voi per il vostro tempo e per il sostegno… Continuate a seguirci e lasciatevi catturare da una serie di noir che sanno di Vermouth, di progressive rock e di fumo di Londra!
Il thriller perfetto non esiste. Intervista ad Andrea Monticone