Intervista noir con Francesca Gerbi… e Baudelaire!
Buendia amici!
Oggi, 5 aprile 2019, È stato Baudelaire di Francesca Gerbi (con le illustrazioni di Haider Bucar) arriva ufficialmente in libreria e negli store on-line e quest sera debutta a Corneliano d’Alba!
È sempre emozionante accogliere una creatura di carta fresca di stampa e augurarle buon viaggio nel mondo e tra i lettori… Anche oggi diamo il benvenuto a questo nuovo romanzo nel nostro modo consueto, dando la parola alla sua autrice: chi meglio di lei saprà raccontarvi (ma senza spoilerare!) i retroscena e i segreti di questo noir ambientato nella provincia Granda?
Pronti? La linea passa alla scrittrice!
- Raccontaci chi sei in tre parole (questa te l’aspettavi, vero? È la prima domanda che rivolgiamo ai nostri autori!)
Francesca è un vulcano, una cultrice della scrittura e ama provare emozioni. - Che cosa rappresenta per te Baudelaire?
Baudelaire rappresenta in prima battuta il francese: lo amo, l’ho imparato credo, insieme all’italiano quando, a casa mia, arrivavano i camionisti dalla Francia. È stato amore incondizionato sin dalla fanciullezza, poiché in quei suoni, nel modo di pronunciare le parole, trovo me stessa.
Inoltre, ciascuno ha un posto del cuore. Il mio è Parigi. Ci sono stata almeno sei o sette volte, come turista, eppure qualcosa mi lega, indissolubilmente, alle vie, i cafè, le persone… Prediligo, per altro e come ben si può evincere dal titolo scelto, la letteratura francese. In modo speciale lui, Baudelaire. Fu amore a prima vista, sin dai tempi in cui lo incontrai e, lo ammetto, nei momenti personali di maggior crisi esistenziale, ancora una volta, mi sono affidata a lui… - Dopo due libri dedicati a testimonianze vere di vita e territorio hai scritto un noir: perché? Com’è nata l’idea?
Io amo le sfide, visceralmente. Talvolta cado, cedo allo sconforto, provo infinite felicità e infinite tristezze. Eppure ho imparato a canalizzarle, attraverso la scrittura.
Ecco, le sfide.
Mi annoio facilmente, non che ne vada fiera, però ne sono consapevole, dunque accetto…
E è stata una sfida scrivere d’un genere sconosciuto e mai approfondito, il noir, ma studiato e meditato a tavolino, ovviamente, e seguendo il cuore, le emozioni, le idee scaturite dalla mente. Non nascondo d’essere digiuna, per ciò che concerne questo genere, eppure l’ho studiato, mi ci sono appassionata e, credo, ci sono riuscita. Insomma, non so, quel che è ovvio è che mi sono divertita moltissimo. - Quanto c’è di te nei personaggi di È stato Baudelaire?
Insomma, ciascuno è figlio del proprio trascorso, delle situazioni che vive. Nel nostro percorso di vita sperimentiamo esperienze differenti, a volte nuove, altre già vissute. Tutto questo rimane in noi e, attraverso la scrittura, può riaffiorare, consciamente o no. Francesca è soprattutto in Fulvia Grimaldi, giornalista, cultrice rispettosa del territorio, ma anche cronista quotidiana del bello e brutto che accade intorno a lei. Tuttavia, i riferimenti a persone che conosco oppure ho conosciuto lasciano traccia in ogni attore del racconto, inoltre sono moltissimi i riferimenti alle date, ai luoghi, a plurime scelte fatte per stilare il tutto. - Come descriveresti il rapporto con la tua terra? E con la scrittura?
Il rapporto con la mia terra è viscerale, simbiotico, amo osservare, godere della bellezza di questi scenari e scrivere degli stessi. La scelta di ambientarci un noir non ha, e non deve, suscitare una connotazione negativa, anzi. Ho scelto di ambientare questa storia in questi luoghi perché li conosco e mi affascina l’idea di conferire un volto dark che, ovviamente, persiste per davvero, come in ogni altro luogo del mondo. In terzo luogo scrivendo della tua terra si può fare promozione del territorio, per poi sperare che la storia venga letta da qualcuno che mai l’ha vista e sceglie di farlo. Sarà una persona in più che darà vita a queste colline… e alla mia scrittura, compagna di vita.
Un paesaggio e personaggi tutti da scoprire,
una storia che vi coinvolgera’!
Grazie a Francesca per le sue risposte e a tutti voi amici,
buon viaggio e… buone letture!
Intervista noir con Francesca Gerbi… e Baudelaire!