Storie sfavillanti e avvolgenti: due autrici “in Fiaschetta” si raccontano!
Buendia amici!
Da pochi minuti è il 9 maggio, una data che per noi è due volte speciale: sta per iniziare il Salone Internazionale del Libro Torino e per la prima volta ci sarà il nostro stand e poi… due nuove Fiaschette fantastiche si aggiungono alla nostra famiglia.
Due nuovi plin, due nuovi scrigni ripieni di parole, di immagini e di emozioni, due creature con due personalità riconoscibilissime, potenti, uniche… come lo sono le infinite e irripetibili esperienze e sfumature della vita.
Un’ulteriore dimostrazione che le Fiaschette, così snelle, leggere, compatte (ed ecologiche!), si bevono sì in un sorso, ma il loro gusto, gli aromi e i sapori permangono a lungo, le loro voci echeggiano nella mente e nel cuore, ci cullano, ci incoraggiano a riflettere e immaginare.
Ogni Fiaschetta, ogni titolo Buendia, è un viaggio che travalica le pagine e ci porta lontano. E cosa c’è di meglio di viaggiare in compagnia?
E ora… la parola alle scrittrici!
Le mille e una Venezia di Liana Pastorin – l’opera sarà presentata sabato 11 maggio alle ore 10.30 in Sala Argento. Dialogheranno con l’autrice: Darwin Pastorin e l’editore. Letture dell’attrice Eleonora Frida Mino
- Raccontaci chi sei in tre parole (sì, lo chiediamo a tutti i nostri autori, non possiamo farne a meno!)
#spettinata: basterebbe questo termine a descrivermi. Sono effettivamente sempre spettinata. Preferisco i capelli corti perché non ho tempo né pazienza da dedicare alla mia… femminilità? (e ne avrei tanto bisogno!), ma sono tanto spettinata dentro, nel profondo, nel cuore fanciullo, felice per il vento che scompiglia e dà energia, per una mano amorevole che stropiccia e dà calore.
#liana: nomen omen. La mia naturale inclinazione sarebbe oscillare libera, magari anche solo vibrare leggermente per il vento (di nuovo, il vento!). È gratificante se qualcuno desidera aggrapparsi a me, disponibile a volteggiare insieme e a cambiare direzione… ma non accetto più zavorre che mi tengano inchiodata a terra.
#ironia: ho imparato a nascondere la malinconia sotto la pelle e ho scoperto il beneficio di una risata argentina. L’ironia mi ha salvato da tre fratelli maggiori maschi e da una mamma non propriamente femminista (!). Mi diverto a ridere di me con le persone che sanno prendermi in giro, volendomi bene. - Le mille e una Venezia… e le mille e una Liana! Quanti e quali lati di te ci sono nei tuoi racconti?
Sono particolarmente sensibile ai turbamenti infantili e adolescenziali, mi colpiscono le manie che possono rivelarsi letali, mi stupisce l’imprevedibilità della vita. Ho effettivamente una voglia di caffè sul petto come Libera! A parte gli scherzi, è vero che alcuni ricordi, sensazioni, fotografie, situazioni, odori, mi hanno aiutato a costruire le storie, ma ora appartengono a tutti. - Nella tua raccolta compaiono luoghi reali e della mente, scorci nascosti del paesaggio e dell’anima, ma qual è il tuo luogo del cuore, lo spazio concreto o immaginario, la dimensione in cui ti senti a casa e in cui scrivi?
Il mio luogo preferito per scrivere è nella stanza che era di mia figlia da piccola, nello spazio minuscolo a “C” lasciato libero dal suo letto, riempito di quadri-ricordo, un piccolo tavolo e una sedia, alle spalle una cassapanca e una bella lampada che diffonde una luce morbida. Nel caos indecente della camera, quell’angolo è la mia tana, il mio rifugio; mi infonde tranquillità: un nido di ovatta che mi permette di volare. - Hai definito Le mille e una Venezia la prima tappa di un lungo viaggio: cosa vorresti dire ai tuoi compagni di avventura, i lettori?
Ogni racconto è progettato per permettere un viaggio interiore. Terminata la breve lettura, riaffiorano sensazioni, ricordi, paure ancestrali, pericoli sfiorati. I racconti “colpiscono” in maniera diversa perché diversa è la sensibilità dei lettori. Ogni essere umano è un catalogo affascinante di aspirazioni e frustrazioni, un diario intimo che riscrivo a modo mio. Vorrei continuare ancora a misurarmi con la dimensione breve dei racconti (alcuni sono lì, silenziosi, nel cassetto), perché credo sia contemporanea, e quindi possa far provare il piacere della lettura anche a chi ha poco tempo. E mi piacerebbe davvero moltissimo avere i commenti dei lettori. Ho però iniziato a scrivere un romanzo leggero, generazionale e ironico. Intanto rileggo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore…
La custode della seta di Manuela Chiarottino – il racconto sarà presentato sabato 18 maggio alle ore 16.30 al Bardotto: un pomeriggio “sferruzzante” in compagnia dell’autrice, di Margherita Bratti (Libri Letti ai Ferri) e di Buendia!
- Raccontaci chi sei in tre parole (rieccoci!)
Solo tre parole? Allora scelgo: curiosa, timida e testarda. La passione per la scrittura mi ha aiutato a limare la mia riservatezza, la curiosità mi spinge a conoscere, a interagire e a volte mi regala spunti per nuove storie, la testardaggine mi ha aiutato a non mollare. - La protagonista del tuo racconto lavora tra tessuti e accessori: qual è il tuo rapporto con la moda? E il tuo dress code per i momenti dedicati alla scrittura?
Mi piace la moda, mi incuriosisce vedere le ultime tendenze, ma non ne sono succube. Diciamo che ormai ho il mio modo di vestire, a volte provo a cambiare, a volte vorrei osare di più ma poi non lo faccio, di certo mi diverte fare shopping, bancomat permettendo, e adoro i mercatini. Quando scrivo sono quasi sempre in tenuta “da casa”, cioè una bella tuta comoda. Magari con tisana pronta a lato del portatile. - La custode della seta è un romance che si tinge di storia e di mistero: come hai conciliato queste differenti sfumature?
L’idea di un segreto del passato che viene svelato dopo anni, collegando due epoche e ridestando emozioni e nostalgiche sensazioni, mi piaceva molto. La protagonista è Anna, ma non è la sola, è come se due storie, due vite, si incrociassero. Ho cercato un particolare evento del passato, in modo che tutto assumesse un alone di magia, spero di esserci riuscita, ma non posso anticipare nulla di più… - Anna, “l’investigatrice della stoffa”, vede dinanzi a sé immagini vivide e avverte forti sensazioni nel momento in cui sfiora particolari filati od oggetti… E tu? Da cosa è scatenato l’universo di colori, figure ed emozioni che poi riversi sulla carta?
Per scrivere attingo alle mie emozioni, ai miei ricordi, ai miei sogni. Cerco di catturare sensazioni e spunti da chi mi circonda. Può essere il racconto di un’amica, un dialogo sentito per caso, un quadro, una notizia che mi incuriosisce, qualsiasi cosa. Le storie a volte nascono anche da una sola parola.
Le mille e una Venezia e La custode della seta, come il nostro intero catalogo e gli accessori (realizzati da preziose e creative realtà del territorio), “abiteranno” nel Padiglione 3, stand N109 da oggi al 13 maggio; i due libri, in formato cartaceo e digitale, sono inoltre disponibili nelle librerie e negli store on-line e saranno protagonisti di altri eventi speciali… #StayTuned & #FollowTheYellowButterfly!